martedì 24 settembre 2024

L' Aquila di Christomannos-Rif. Paolina-Rif Roda di Veal

 La notte passa in un attimo ed è già mattina.

Non riesco a stare nella  calda" Vipera ", devo andare a godermi questi momenti dove la brezza mattutina ti da la sveglia con i suoi 4 gradi e il cielo ha colori unici.

A stò giro al parcheggio del passo di Lavaze siamo in pochi.

La catena del Latemar appare e i ricordi della giornata di ieri si rifanno vivi.

Dai Olga sveglia , dobbiamo andare.

Dopo aver fatto colazione con cappuccio e strudel, Olga fà fare colazione anche ai passerini.

Parcheggiamo la macchina nel piazzale della seggiovia, ma ovviamente Olga vuole salire a piedi e quindi 500 mt di dislivello da fare.

Seguendo i cartelli usciamo dal paese.

I crocus autunnali danno un tocco di colore in piu' a questi luoghi



Facciamo il pieno d' acqua a questa curiosa fontana

Arriviamo cosi al Rif. Paolina , Olga però ha le gambe cotte da ieri, quindi abbandoniamo l' idea di fare la ferrata Masare-Kletterst .
E puntiamo al Rif. Roda di Vaèl 

Prima di arrivare al Rif. incontriamo l' aquila di Christomannos

"L’opera artistica in bronzo venne eretta in onore di Theodor Christomannos, pioniere del turismo nelle Dolomiti. A lui si deve anche la costruzione del rifugio Roda di Vael che raggiungeremo tra poco nella parte sudorientale del Catinaccio. L’aquila venne eretta nel 1912 con le ali spiegate, ma poi trafugata al termine della Prima Guerra Mondiale. Venne quindi ricostruita con le ali chiuse così come la vediamo oggi e posta a metà del percorso tra il Rifugio Paolina e il Rifugio Roda di Vael."




Finalmente ecco il rifugio e appena sotto la baita


Ma non vorrai mica andare a mangiare subito...
Andiamo a vedere se si riece a salire quello sperone di roccia il Ciampac 2316mt

Detto fatto , in cima !!!

Nello scendere do da mangiare a una pecorella di roccia

E poi però giu' alla Baita Marino Pederiva.



Per oggi basta questo.



E ora scendiamo . Ritornati alla macchina scendiamo a piedi al Lago di Carezza.



Che colori !!!



Ed ora si torna a casa .
Con nel cuore questi posti e la frase di Olga:
" E' stato un weekend bellissimo, quando ne facciamo un altro  "
Bè che dire se non "Prestissimo !!!"

lunedì 23 settembre 2024

Latemar

 Partenza alle 5 da Brugherio e in attimo siamo a Bolzano, per chi ha dormito in macchina.

Alle 8,10 siamo a Obereggen ed eccolo apparire.

Lasciamo la macchina alla Malga Epircher Laner.

Dove prima di partire rifacciamo colazione

Alle 9 si parte !

Olga ovviamente non vuole salire con la seggiovia e cosi cela faremo tutta a piedi
Poco sopra l' arrivo della seggiovia incontriamo la prima neve...

 
E anche il paesaggio diventa piu' aspro

Ed eccola arrivare, per ora sono io ad aspettare lei, ma fra poco sarà lei a farlo.

Castelli di pietra compaiono.

Ed eccola felice.

Ognuno qui lascia un sasso al passaggio e anche Olga lo fà.

Si sale ancora...

Prima di arrivare alla forcella, percorriamo un tratto caratteristico pieno di guglie e pinnacoli.











Ed eccoci alla Forcella dei Camosci.
Ed ecco comparire la cima la in fondo la piu' alta di tutte.


Ora inizia il lungo avvicinamento all' attacco della ferrata.

Si passa in un ambiente lunare.

Ed ecco finalmente il colletto da dove si parte.

E qua si vedono già le persone impegnate nel salire il fianco alto del primo sperone.


Si parte o meglio si arrampica su terreno friabile per il primo tratto

Poi finalmente ecco il cavo a cui assicurarsi

Che sculture che ha fatto la natura.



La cengia è molto esposta, ma Olga non soffre di vertigini a quanto pare...

Si arriva cosi al primo intaglio e una sottile cornice bisogna passare.
Se non ci fosse il cavo avremmo dovuto usare i ramponi qua , ma visto che c'è ,li lasciamo dentro lo zaino per il momento.

Sotto un bel pò ,c'è il lago di Carezza, ma con sta nebbia non si vede nulla...
Forse un bene ???


Finita la neve si deve arrampicare e le suole bagnate di sicuro non facilitano a cosa


La fune ora finisce e si percorre una lunga cengia su sfasciumi, dove il piede deve essere sicuro.

Piu' avanti sulla cengia si presentano tratti innevati qua molti sono tornati indietro.
Noi ci leghiamo e continuiamo con prudenza in " conserva "
Il tempo intanto non vuole migliorare...
Lasciamo ora la ferrata per una deviazione saliamo verso la cima del Latemar

La piu' alta di tutte, detta anche Cimon del Latemar o Torre Diamantidi.

Tornati sulle ferrata, decidiamo di non continuarla fino al bivacco ma di scendere per un ghiaione.
Stanno arrivando le nuvole...

Prima Olga è molto titubante, poi dopo qualche dritta ....




Poi ovviamente vanno svuotati gli scarponi

Ed ora sempre legati ritorniamo da una cengia anche lei bella esposta


La discesa sara' molto luuuuunga.... Ma alla fine eccoci alla macchina e da li al posto dove cenare e dormire... Cosa si farà domani vedremo per ora Buona Notte !

Questo è il tracciato del nostro percorso.